“Platero è piccolo, peloso, morbido; tanto soffice all’esterno che si direbbe tutto di cotone, senz’ossa. Solamente gli specchi di giaietto dei suoi occhi sono duri come due scarafaggi di cristallo nero.Lo lascio sciolto, e va verso il prato, e accarezza teneramente con il suo muso, sfiorandoli appena, i fiorellini rosa, celesti, gialli… Lo chiamo dolcemente: “Platero?”, e viene da me con un piccolo trotto allegro che sembra che rida, con il suono argentino di un sonaglio per bambini.Mangia ciò che gli do. Gli piacciono le arance, i mandarini, l’uva moscatella, tutta d’ambra, i fichi scuri, con la loro cristallina gocciola di miele…È tenero e coccolone come un bambino, una bambina…; però è forte e asciutto dentro, di pietra. Quando lo monto, le domeniche, per le ultime stradine del villaggio, gli uomini della campagna, vestiti a festa, si fermano a guardarlo: “È d’acciaio…”. È d’acciaio. Acciaio e argento di luna allo stesso tempo.”
Juan Ramon Jimenez
Platero è l’amico che tutti vorremmo, per confidargli le nostre paure, i nostri turbamenti, le nostre gioie, i nostri dolori. E’ colui che sa ascoltare, che dà senza chiedere niente in cambio, è la nostra speranza, la nostra illusione, il nostro punto di riferimento, un piccolino di quattro anni da accudire che ci garantisce amore puro, incontaminato, senza condizioni o compromessi, lui non sa cosa vuol dire tradire, è umiltà e saggezza insieme, innocenza e superiorità insieme, candore e dignità insieme. E’ il nostro mondo… il nostro sogno.
E’ stato uno dei protagonisti di un mio percorso scolastico dedicato agli animali. Son passati tanti anni, ne sentivo la nostalgia, nostalgia di pagine tenere e immortali, nostalgia della Spagna, nostalgia degli occhi dei miei alunni di prima media che mi ascoltavano incantati.
Un capolavoro unico. Un ottima lettura per piccini e grandi.