“Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto”
Italo Calvino: Se una notte d’inverno un viaggiatore
Alfredo Baroni (conosciuto in campo enigmistica con lo pseudonimo di Bardo) fa centro e pubblica una strepitosa raccolta dei suoi giochi poetici intitolata Enigmi con la casa editrice Valigie Rosse che, cinque anni fa, mi permise di coronare un sogno, festeggiare i 100 anni di mio padre con un bel regalo, il manuale: Il gioco enigmistico ( ovvero l’arte del doppio senso). Alfredo fu il prefatore.
Dovete sapere che Valigie da anni si occupa del Premio Ciampi a Livorno e quindi è doppiamente meritevole per aver dato alle stampe questo libro-gioiello di Baroni. Va da sè che ho scelto l’enigma: Cosa resta di noi due che, con un contrappunto delicato ma nello stesso tempo potente, gioca con le citazioni a duettare con Piero Ciampi, il nostro concittadino.
Cosa resta di noi due
Vengo da te,
magari per bisogno di dolcezza
o altre carenze in genere,
attraverso i corridoi del tuo cuore
che tu apri a chiunque,
e fai sempre centro:
roba da articoli di fondo
di certi quotidiani del passato.
Secondo i tuoi piani,
mi vedrai arrivare…
All’uscita, se non mi perderò
nel labirinto della tua alienazione,
mi scorrerà davanti
una carrellata di pensieri,
di pezzi di vita,
di dettagli…
Eccomi di fronte a te,
ma so già che alla fine,
dopo qualche battuta
e qualche convenevole,
sarò io a pagare per tutto…
E allora, forse, resto qui.
sol: ?
Non c’è solo Ciampi, anche altri grandi maestri della canzone cantautorale: Battiato, Capossela, Fossati, Dalla ecc. in un continuo gioco di rimandi che testimonia l’amore di Alfredo per la musica e la poesia (scelga lui l’ordine).
Dunque la direttrice più importante della raccolta è proprio questa: il connubio tra testo poetico-enigmistico e canzone, due arti gemelle, come è risaputo.
Ma c’è di più, molto di più, ecco perché la pubblicazione è un piccolo capolavoro: c’è l’immagine ( i disegni di Maria Ghezzi, la moglie di Giancarlo Brighenti, padre del rebus), la parola-dotta: i calchi d’autore di grandi della letteratura, la parola giocosa, ovvero gli esercizi di stile alla maniera di Queneau, i rebus.
( Ma rimandiamo per un’analisi più approfondita ad un altro post).
Come si sa, gli enigmi vanno letti prima come poesie e questi di Bardo sono già molto coinvolgenti, poi si passa alla ricerca del senso recondito, della soluzione e una volta messe insieme le due operazioni ci si accorge della perizia, del gusto, dell’agudeza.
G. B. Marino diceva “è del poeta il fin la meraviglia” e qui ce n’è veramente tanta.
Per non parlare dell’enorme distanza tra le due isotopie: quella del senso apparente e quella del senso reale, dato dalla soluzione. Se avete potuto risolvere il gioco che ho letto, ve ne sarete certo resi conto. Il gioco intertestuale, tra lui e il cantautore a cui fa riferimento, scorre sempre accompagnato da un tono che, anche quando scava in profondità in temi esistenziali o nella pena del vivere, non scade mai in appesantimenti, tutto è essenziale, misurato, frutto di una esattezza linguistica invidiabile, sempre funzionale alla risoluzione del gioco.
Un’ultima considerazione, la veste grafica del libro è, in questo caso, non un semplice accessorio, ma un abito elegante che la casa editrice ha cucito addosso all’antologia, con altrettanta eleganza e genialità.
Bravo Alfredo, bravi tutti, non avevo dubbi, onorata di essere stata il gancio…