Il primo Natale di pace

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«In quel primo anno di pace tornavano i simboli del benessere: il pâté, i marron glacé, lo champagne», ha raccontato lo stesso Gaetano Afeltra (amico di Buzzati e direttore de Il corriere d’informazione fondato dallo stesso Buzzati -ndr). «Nonostante ciò un certo disagio cominciava a farsi sentire; molti episodi di azioni punitive, di “prelevamenti” di persone operati da falsi partigiani, gettavano allarme. La delinquenza comune aveva assunto aspetti drammatici, venti, trenta rapine al giorno; la borghesia aveva paura dei comunisti. La sera dell’antivigilia a tavola parlando sempre di giornali e dell’atmosfera che si respirava a Milano, dissi a Buzzati. “Dino, fai un pezzo alla tua maniera su questo Natale”. […] Il giorno dopo Buzzati portò l’articolo che lui stesso aveva intitolato Domani una grande occasione».
Il pezzo appare il 25 dicembre 1945 sul Corriere Lombardo.
Dall’introduzione a Il panettone non bastò. Prefazione di A Cazzullo 2017.

Dopo cinque lunghi anni di guerra…quanta attualità in questo augurio così singolare, noi siamo ancora in mezzo ad un conflitto assurdo perché assurda è la guerra che mette in pratica la legge dell morte, una vera insensatezza, una immane follia, anzi.
E ce n’è anche per i delinquenti…Buzzati spera in un vero miracolo: “chissà che qualche pezzetto di Natale non vi rimanga attaccato addosso. Basterebbe anche un pezzetto molto piccolo, il Cielo in fondo si accontenta di poco, non vi si
domanda di più.”

Ve lo leggo, sono solo due paginette