Ricordati delle tue ali

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RICORDATI DELLE TUE ALI (ndr)

Un tempo sarebbe stato facile amarmi.
Ero dolce.
Credevo nelle promesse, nelle parole.
Giustificavo tutto, anche il male che sentivo e non ammettevo.
Mi prendevo la colpa, anche se non la capivo.
Pur di non perdere chi amavo, sopportavo ogni mancanza, anche quando mancavo io e non sapevo più ritrovarmi.
Abbracciavo senza chiedere nulla in cambio.
Ero indifesa.
Da proteggere.
Da distruggere.
Oggi è difficile amarmi, restarmi accanto.
Rispettare i miei spazi, comprendere i miei silenzi, la mia indipendenza, il mio bisogno di vivere e di costruire usando solo le mie forze.
Io che del mio equilibrio cercato, sofferto e trovato ne faccio un vanto da gridare al presente ogni giorno.
Io che credo nell’Amore molto più di ieri.
Amore che non ha nulla a che fare con le briciole, con l’arroganza, con l’assenza, con l’infedeltà.
Oggi è difficile amare la donna che sono diventata. Dopo i sogni sfumati, le ali spezzate, le labbra spaccate.
Sicura delle mani da stringere che vorrei e degli occhi che non vorrò più incrociare.
È difficile.
Forse è impossibile.
Sicuramente è raro incontrare un’anima che ci ami oltre noi stessi, dove fingiamo di essere forti mentre imploriamo gli abbracci di chi possa amarci sapendoci fragili e imperfetti.
Io dell’amore non so molto, forse.
Non posso insegnarlo.
Ma so che ha a che fare con il rispetto.
E con le scelte che non s’impongono, ma si costruiscono.
Insieme.
Quando si diventa l’unica scelta e mai un’opzione tra tante.
Alla ragazza che sono stata devo tanto, soprattutto scuse.
Alla Donna che sono, un promemoria:
ricordati delle tue ali, ricordati di te.

Poesia attribuita al poeta

Gabriel Garcià Marquéz –
qui trovate la mia lettura.

Non so se oggi sia più facile amarmi rispetto a ieri, forse sono meno idealista (complice l’esperienza), meno arrendevole, meno indifesa, so che bisogna fare attenzione agli attacchi di chi tenta di distruggerti, perché ti vede tanto forte e forse gli fai paura.
Dell’amore ho studiato tanto e ho sempre provato ad insegnarlo a chi mi è stato vicino e a chi voleva scoprire come la pensavo sul tema.
Una cosa sola so: ho amato veramente tanto, tantissimo e questo mi fa sperare di non aver speso la mia vita invano. Le mie ali sono scomposte, provate dalle difficoltà, ma ho ancora il coraggio per volare alto e, come nella leggenda indiana dell’aquila, ho già provveduto a strappare le penne ad una ad una per farle ricrescere più forti. Penne remiganti, potenti, c’è bisogno di un ventaglio e di un timone che consentano un volo sicuro, ben indirizzato, fortemente concentrato, ancora e ancora…