La vita imita l’arte, l’arte imita la vita
L’effetto virgola
di Marco Morganti
E’ un libro stupefacente, dalla struttura complessa, l’immagine che meglio lo rappresenta è, a mio parere, il caleidoscopio.
Mario Rossi, con questo nome da giovane ragazzo della porta accanto, vive tante vite perché ciò che scrive (o gli suggeriscono di scrivere) altera la sua esistenza.
E pensare che tutto nasce da Andersen e la sua Sirenetta. Ariel è infatti la prima voce che Mario sente e che lo guida nel multiforme mondo della scrittura, una scrittura che si rivela perversa e rimodula la sua vita, a seconda del capriccio del momento.
Così, in un gioco inizialmente innocente e apparentemente innocuo, come quello del sé alla Gianni Rodari, Mario si ritrova imprigionato in un meccanismo fatale.
E noi lo seguiamo nei suoi svariati mondi in cui da vittima si fa carnefice, mentre tutto ruota intorno al libro che sta scrivendo, in un incessante gioco di specchi.
E dentro questo libro così articolato c’è veramente tanto: le sliding doors, i mondi paralleli ( ben 9), l’effetto farfalla e, proprio nell’ultimo mondo, le murene, spie della perfida Ursula, producono un altro effetto, quello che dà il titolo al libro che si concluderà con una catastrofe.
Come lettrice, mi auguro che ci sia un sequel e che il brillante Marco Morganti, un vero funambolo nella costruzione di intrecci, segua un’ altra contrainte per dirla col gruppo francese dell’OULIPO e sparigli le carte di questa storia infinita.
Se l’ispirazione continuerà ad essere il metaverso, forse, questa volta, la scrittura potrà produrre un’esistenza sempre più positiva, forse…basta abbandonare Andersen, basta pensare ad un movimento ascensionale, chissà…chi può dirlo, intanto io preparo il mio Avatar di lettrice.
Vi leggo l’incontro ( il primo) tra Mario e la sua Dea ( Caterina).