Un essere dalla duplice natura, per metà umana per metà animale, forse fata, forse strega, un mito che ha radici lontane, lontanissime e che ha abbracciato tutto l’orbe terracqueo rivisitato ancora? A che pro, viene da chiederci? La risposta è, credo, per innovare una tradizione, per cambiare prospettiva, per celebrare l’amore in modo moderno e coinvolgente. Questi gli assunti di base di Laura Nuti ( ma poi ognuno, dopo la lettura, sceglierà i suoi), da sempre profonda conoscitrice di miti e fiabe, ma anche sensibile esploratrice dell’animo umano. Questa coppia è salda, sa affrontare le difficoltà, si completa a vicenda, Melusina è la chiave di volta certo, ma Raymund è così amorevole, così pieno di fiducia nei suoi confronti. Ma resta un essere umano, e in quanto tale, è facile preda all’errore, è imperfetto, d’altronde ognuno di noi lo è, e Melusina certo lo sa meglio di chiunque altro. La chiave di lettura di tutto questo mondo “maraviglioso” sta nella scelta del punto di vista: c’è un personaggio che racconta senza portarsi sul proscenio e questa è Laura in veste di nutrice: “Fatemi compagnia: ascoltate l’in- credibile storia che ho da raccontare e aspet- tate con me chi sta arrivando in volo, sulle sue grandi ali azzurre” Alla fine, ci viene chiesto il passaggio del testimone: noi lettori abbiamo il compito di raccontare e tramandare a tutti, anche agli abitanti del creato, perché questa storia non “vada perduta”. Ed è proprio così (io lo sto facendo), non si può fare a meno di portare avanti l’opera intrapresa, perché, una volta che si entra in questa narrazione così soave, facciamo un bagno nella grazia, ma questa volta vorremmo essere spiati. E al lettore succede un miracolo: quello di diventare portavoce del tocco leggiadro dell’autrice. Forse un giorno nasceranno anche a noi grandi ali azzurre, volesse il Cielo. Tra i tanti che modernamente hanno subito l’incantamento di Melusina, c’è anche Dino Buzzati, che, nel Poema a fumetti, ne ha registrato l’epifania. “Da dove credi dunque che vengano, venissero – le Melusine delle campagne dei boschi delle valli? – Le Melusine delle vecchie montagne? … …Vengono dai piccoli pertugi neri – del tronco preistorico e secco – perlustrato dalle formiche a miriadi… …O se la campagna vede scendere la sera, – e i ciuffi i gruppi di faggi di carpini di querce – di alberi antichi stanchi strampalati – si rinchiudono neri, – allora dalle radici dei fossi escono le Melusine.” D’altra parte anche Melusina è fatta “di quell’impalpabile sostanza che volgarmente si chiama favola o illusione”, “entra nei sogni dei bambini” è un’altra “superstite fantasia” e “sempre vivrà” e anche lui la sapeva lunga in termini di meraviglioso. Trovate qui una mia lettura dell’incontro fatale tra Reymund e Melusina |