C’è un capitolo nel libro di Francesco Mencacci intitolato C’è troppa luce che riporta ciò che lui, moderno Dante, o Orfeo o chi volete voi, ha omesso di chiedere alle anime dell’aldilà. Meno male che non ha trattato allo stesso modo chi sta di qua; sono pagine di alta poesia, in cui i sentimenti sono i veri protagonisti, c’è tutta la malinconia dell’età matura in cui si diventa più consapevoli, più “centrati”, direbbero i maestri orientali, eppure non si avverte nulla che ci disturbi, non ci si esce con la bocca amara, forse con gli occhi lucidi sì, ma ci si sente certamente più ricchi e meno soli. Non posso fare a meno di leggerne a voce alta una pagina (p. 159) e offrirla a voi. Ho scelto come tema l’amore, guarda caso…Mencacci ne ha scoperto il segreto.